Fare menzione al legame con il territorio quando si parla di realtà vitivinicole non è certo una novità. Del resto, da quello si parte. Ma durante la mia visita da Giannitessari in occasione dei primi 10 anni dell’azienda, ho notato una rara consapevolezza delle caratteristiche intrinseche della proprio terra. Infatti, Giannitessari ha deciso di celebrare questo traguardo con un excursus fino alla preistoria della zona. Un vero e proprio viaggio nel tempo che mi ha permesso di comprendere le origini del terreno, ancor prima di quelle del territorio. Anche perché basta spostarsi di poco, per notare grandi cambiamenti, infatti proprio per questo il motto dell’azienda è “Tre territori, una sola passione” perché la produzione spazia dai Monti Lessini, al Soave ai Colli Berici. Un viaggio nel tempo che spiega come qui venga prodotto il Durello, un gran spumante Metodo Classico.
Dal museo dei fossili ai vini
Può forse parere un po’ inconsueto partire dalla visita ad un museo preistorico per parlare di vini, eppure questo sottolinea la consapevolezza di cui sopra. Insieme al geologo Roberto Zorzin, ho scoperto come la Lessinia sia un territorio particolare, costituito da rocce molto diverse tra di loro. E questo la rende speciale anche per la produzione di vino. Infatti, nella Val d’Alpone nel tempo sono stati rivenuti giacimenti fossiliferi di particolare rilevanza riconosciuta a livello mondiale. Qui si trovano rocce sedimentarie marine che risalgono a 40 milioni di anni d’anni fa, ma erano attivi numerosi vulcani che hanno determinato la storia del territorio. Sì, perché ora in questo terreno dove ha deciso di coltivare Giannitessari si ritrovano diversi fossili sepolti dalle eruzioni, fossili caratteristici dei molluschi. E spostandoci solo per una manciata di minuti in macchina, arriviamo a Bolca dove invece le rocce sono ancora più antiche, in quanto risalgono a 50 milioni di anni. Pochi Km di distanza, eppure qui l’ambiente era molto diverso, seppur mantenendo le tipiche connotazioni del clima subtropicale. Pensa che in questa zona sono stati ritrovate delle testimonianze della presenza di una barriera corallina.
E sicuramente uno degli aspetti più interessanti per Giannitessari è che in questa zona furono rinvenute le amperide, antenate preistoriche dell’attuale vitis vinifera: si tratta delle prime testimonianze di uva durasena, dal latino durus acinus, in riferimento allo spessore della sua buccia. L’originale e tenace vitigno è padre della durella, varietà autoctona dei Monti Lessini che sin dall’inizio Gianni Tessari ha scelto di riscoprire e valorizzare firmando grandi spumanti Metodo Classico, noti per il carattere forte e l’eleganza.
Giannitessari: rotte differenti, ma complementari
L’enologo Gianni Tessari, classe 1963 di Brognoligo, frazione di Monteforte d’Alpone in provincia di Verona, inizia giovanissimo a misurarsi con la viticoltura sperimentando nei vigneti di famiglia e firmando già dagli anni ’80 etichette di successo nel Soave e nella Valpolicella. Nel 2013 decide di intraprendere una nuova e personale avventura nel mondo del vino. “I primi anni sono stati un crogiolo di prove, esperimenti, analisi delle situazioni esistenti al fine di creare e proporre la migliore sintesi di ogni denominazione”.
Il percorso aziendale si è infatti delineato lungo rotte differenti. Per la DOC Soave, già ampiamente affermata, Giannitessari ha cercato di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa puntando sulle caratteristiche specifiche che la garganega esprime in ciascun vigneto. Per la meno nota e più recente Lessini Durello ha scelto di produrre spumanti metodo classico da sole uve durella: vigorosi, freschi e vivaci, le bollicine di Giannitessari giovano dei terreni vulcanici ricchi di sostanze minerali, del clima fresco e della decisa escursione termica, facendosi sempre più spazio in Italia e all’estero, come dimostrato dal crescente interesse da parte del mercato. La strada imboccata per i Colli Berici si è soffermata sull’autoctono tai rosso e su un blend delle migliori uve a bacca nera, al fine di ottenere un ambizioso Colli Berici Rosso.
La degustazione dei vini Giannitessari
Apprezzabile l’approccio scelto dall’azienda per la degustazione. Sono stati scelti tutti metodi classici e tutte etichette disponibili. L’idea di base è stata quella di esporre le potenzialità del vino Giannitessari, senza strafare proponendo riserve o selezioni, come spesso accade nelle presentazioni ai giornalisti dove l’unico scopo sembra essere quello di impressionare. Ma venendo ai vini, devi sapere che la durella è l’unica uva che si usa matura per fare lo spumante. Per gli altri spumanti di solito questo viene evitato per preservarne l’acidità. Invece, il Durello di Giannitessari presenta una personalità diversa dal solito che continua a esprimersi dopo molti anni. Particolare, inoltre, una delle chicche della degustazione: Evento 2013 di Giannitessari, un vino che nasce dalla voglia di sperimentare. Ti svelo una curiosità: si tratta della bomboniera del matrimonio di Valeria Giannitessari, figlia di Gianni. Per realizzarla, Gianni ha usato una piccola porzione di una catasta di dosaggio zero 2013. Evento è un vino sicuramente non in linea con le altre etichette del portfolio di Giannitessari, anche perché presenta un dosaggio particolare. Si tratta di un durello dry ottenuto con l’aggiunta di zucchero. In questo caso, lo zucchero non copre gli altri sentori nel calice, anzi va ad esaltare la mineralità e la freschezza della durella.
Verso l’Unesco
Dicevamo prima del legame con la storia del territorio. Ebbene, Giannitessari è legato a doppio filo a queste zone, tanto che ha deciso di sostenere la candidatura UNESCO della Val d’Alpone. Infatti, l’azienda vinicola devolve il 10% delle vendite di Lessini Durello DOC Extra Brut all’Associazione Temporanea di Scopo (A.T.S.) Val d’Alpone, Faune, Flore e Rocce del Cenozoico. Infatti, Ultima a est di Verona, al confine con la provincia di Vicenza, la Val d’Alpone è
candidata a divenire sito naturalistico Patrimonio dell’umanità per i tesori fossili che detiene al suo interno. Si tratta di reperti conservati per 50 milioni di anni che l’A.T.S. – Val d’Alpone si propone di scoprire, valorizzare e condividere con il mondo intero.