Dici collezionismo d’auto d’epoca e dici Corrado Lopresto. Il collezionista d’auto d’epoca italiano più famoso al mondo è sicuramente lui con la sua collezione invidiabile, la cura maniacale nella ricostruzione dei modelli da lui scovati riportandoli esattamente così come erano stati intesi in fase di progettazione. Tantissimi i concorsi d’eleganza vinti e ancora di più quelli a cui intende partecipare. L’ho incontrato e passeggiando tra una Isotta Fraschini e una Lancia, abbiamo ripercorso insieme la sua carriera. Scopri tutto in quest’intervista!
Corrado Lopresto e la mostra dedicata al surrealismo di Dalì
Ho iniziato la mia intervista a Corrado Lopresto di fronte ad un’Isotta Fraschini, non a caso. “Sì, perché annunciamo la mostra che ci sarà da maggio a fine settembre nella bellissima Isola di Albarella vicino Venezia dedicata a Salvador Dalì, il maestro del surrealismo. Il 29 marzo ci sono stati i festeggiamenti dei 100 anni della nascita del surrealismo e quindi vogliamo festeggiare insieme alla fondazione questo importante anniversario. Già mi immagino lescenografie meravigliose che saranno possibili perchè ci sarà tutta l’isola a disposizione. Saranno opere monumentali che rappresenteranno il Dalì, anche in un’altra versione rispetto a quella a cui siamo abituati. Però dobbiamo parlare anche del nesso con le auto classiche“, ricorda Lopresto. “Studiando e scavando nel passato, abbiamo trovato una connessione pazzesca perché siamo abituati a conoscere Dalì ad esempio con dei Maggiolino rivestiti con dell’erba, quindi opere stranissime, ma lui nel ’26 aveva proprio fatto per l’Isotta Fraschini di Madrid una pubblicità che fece scalpore all’epoca, del resto come ogni cosa che faceva lui!”
La collezione d’auto d’epoca di Lopresto di pezzi unici italiani
Ma quante auto possiede Corrado Lopresto? “La metà di quelle che vorrei”. In pratica, un eterno insoddisfatto! “Ho sviluppato la mia collezione d’auto d’epoca sviluppando il mio tema di sole auto italiane e solo modelli unici. Macchine magari strane, appartenute a personaggi importanti come piloti, attori, eccetera. Negli anni ho messo da parte veramente tante cose che, mi ricordo, fino a 10, 15 anni fa nessuno considerava. Quindi io sono riuscito a fare una bella collezione di quelle che a me piace considerare delle vere e proprie opere d’arte. I miei amici, dei grandi collezionisti a cui chiedevo consiglio, mi dicevano di lasciar perdere perché in fondo se ne avevano fatta una era perché era brutta. Invece io le vedevo bellissime!”.
Ce n’è una a cui è più affezionato? “Ma certo! La prima con la quale ho iniziato la Balilla 3 marce che ho comprato con 400 mila lire. Ancora mi ricordo. Con quella ho fatto un Raid Palermo – Milano proprio per festeggiare i miei 40 anni di collezionismo. E ho incontrato tantissimi amici nelle varie tappe, organizzate da loro stessi, quindi è stata una passeggiata bellissima che mi ha riempito il cuore. Ootrei dire anche la Giulietta Spider di Bertone che è un prototipo. Anche questo non è stato capito, non è conosciuto, e io l’ho portato alla ribalta scatenando critiche e polemiche perché era venuto fuori improvvisamente dopo 40 anni di oblio a Sassuolo. Questa macchina ha una storia bellissima perché ho trovato la prima proprietaria, le ho fatto vedere la macchina, è stata una bella una bella avventura. Quindi queste due macchine sono quelle a cui devo dire sono particolarmente affezionato.”
E la più datata? “La più datata è proprio la Isotta fraschini che sarà protagonista della mostra di Dalì all’Isola di Albarella ed è del 1901, quindi esattamente la prima costruita. La prima è stata costruita prima di partire con la produzione nel 1902, quindi è veramente l’inizio di una storia bellissima quella dell’Isotta Fraschini che è stato un brand un marchio famosissimo nel mondo ed era la macchina più ambita più ricercata dai principi, dai grandi imprenditori, dagli attori… Insomma, era la macchina dei sogni di quel periodo”.
La mostra alla casa di Gio Ponti, ADI Design Museum
A gennaio la “casa” di Gio Ponti ha ospitato una mostra che ha riguardato il passaggio generazionale di 50 anni di design perché grazie a Corrado Lopresto sono state esposte auto dalla prima macchina del ’39 fino all’ultima del ’90. 50 anni di storia del design declinata con auto e modelli diversi e marchi diversi. E poi c’era una Fiat 2100, un modello unico come tutte le altre in esposizione, che è stata restaurata dai ragazzi dell’Accademia Formativa di Belle Arti Galli di Como. I ragazzi hanno effettuato un lavoro di restauro molto bello e culturalmente importante.
E qual è l’approccio di Corrado Lopresto nel restauro d’auto d’epoca? “Seguo sempre il massimo rigore nel rispettare l’originalità dell’auto. Quindi nessuna scelta personale, nessuna impronta del proprietario, ho solo ripreso sempre quello che ha fatto, disegnato e prodotto le macchine. Studiando, solo così è possibile farlo e ad avere questo approccio perché bisogna conoscere sia l’uomo che ha disegnato, sia l’uomo che l’ha fabbricata, ma anche i materiali usati”.
Corrado Lopresto: un architetto votato al mondo delle auto classiche
Secondo lei, c’è un legame tra la sua professione d’architetto ed il collezionismo d’auto d’epoca? “Il legame c’è sicuramente ed il risultato sono io. Io sono architetto, ma è una professione che non ho mai esercitato, però gli studi che ho fatto mi hanno senz’altro aiutato. Perchè ho sviluppato una sensibilità nel guardare e studiare il bello perché studiavo le carrozzerie, ma studiavo anche l’arte e la pittura, quindi il mio era comunque un occhio abituato al bello. Secondo me questo mi ha avvantaggiato rispetto ad uno che non ha mai frequentato le bellezze. Noi italiani siamo fortunati perché ovunque ci muoviamo troviamo il bello, ma bisogna avere l’occhio, la mente ed anche il cuore preparati per apprezzarlo.”
Come iniziare con a collezionare auto d’epoca?
Corrado Lopresto ha iniziato con una Balilla 3 marce con i soldi che gli diede la madre (“perché mio padre non mi voleva dare una lira per questa mia passione”). Ma ora? “Ora si può iniziare benissimo con una Panda. Qui vediamo una Panda particolare rivestita di tessuto per motivi scenografici, ma non bisogna necessariamente avere una macchina così unica e originale. Basta comprarsi una Panda 4×4 delle prime serie per fare un figurone e ci si appassiona veramente perché è come entrare in un altro mondo”.
A questo punto non poteva mancare la domanda di rito “Cos’è per lei lo stile?”. “Ognuno ha il suo ed è dato dall’educazione, dal portamento, dalla cultura che ognuno di noi si è formato, si è creato nel tempo. Quindi veramente ognuno ha il proprio… E che ognuno si tenesse il suo!”.