È la terra che ha reso grande l’architettura di Andrea Palladio, è la terra che vede meravigliose ville storiche alternarsi a vigneti, è la terra dove il Consorzio Consorzio Tutela vini Colli Berici e Vicenza svolge le sue attività di controllo, supervisione e promozione per raccontare e valorizzare i produttori di vini dei Colli Berici. Un microclima che favorisce la produzione di vini rossi importanti con una gradazione mai inferiore ai 13,5%, ricchi di personalità e carisma. Sono stata in viaggio nei Colli Berici tra natura, arte, storia e vini e ti racconto tutto in queste righe.
Colli Berici – Terreni calcarei per la produzione di vini a bacca nera
Questi colli si costraddistinguono per la roccia calcarea, le argille rosse e i terreni basaltici di origine vulcanica. Si tratta, infatti, di un ex fondale marino innalzato tra i 40 e i 60 milioni anni fa dalla spinta magmatica dove trovi un clima particolare, è quasi come se fosse sempre estate. Le piogge sono scarse, l’altitudine allontana le nebbie e le gelate tardive, ecco perché i vini dei Colli Berici tendono a “esplodere” e quasi tutto il lavoro legato alla loro produzione avviene direttamente in vigna. Sono questi gli aspetti ambientali che ne fanno dei vini di carattere e personalità. Terre da grandi vini rossi. Un esempio su tutti: Cabernet Franc Colli Berici è stato il primo a ricevere la denominazione DOC in Italia.
Il Tai rosso dei Colli Berici
Sicuramente avrai sentito parlare del famoso Tai (che fino a qualche tempo fa tutti conoscevamo come Tocai). Ebbene, il Tai rosso è il vitigno autoctono dei Colli Berici tant’è che molto spesso senti parlare proprio di Tai rosso Colli Berici. Sebbene il suo DNA parli di Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola, qui il Tai ha trovato la sua massima espressione. Colore rosso rubino, non scuro, con bouquet ampio di note di ciliegia, lampone, viola e spezie. In bocca tannini delicati ed un elegante retrogusto di mandorle e rosa canina. Perfetto nel tradizionale abbinamento con la Soprèssa Vicentina D.O.P. e con il baccalà alla vicentina. Devi sapere che tipicamente il Tai rosso viene consumato piuttosto giovane, eppure negli ultimi anni alcuni produttori hanno deciso di provare a testarne l’evoluzione nel tempo: il risultato è un vino di grande finezza ed eleganza. Ecco perché molte aziende hanno aderito a questo progetto e dalla vendemmia 2009 Tai Rosso Riserva è stato inserito nel nuovo disciplinare di produzione ed altri produttori si stanno prefiggendo come obiettivo quello di far invecchiare almeno una parte della produzione per farli esprimere meglio.
L’unione con il Consorzio Tutela Vini Vicenza D.O.C.
Devi sapere che fino al 2011 erano due realtà ad occuparsi del territorio: il Consorzio Tutela Vini Colli Berici D.O.C. e il Consorzio Tutela Vini Vicenza D.O.C., ognuno autonomo nella promozione della propria denominazione. Ma poi la scelta di unirsi in un’unica realtà ha permesso di dare voce, insieme, al 50% dei produttori e dei viticoltori vicentini. Un lavoro che mette in primo piano l’identità dei vini dei Colli Berici e Vicenza. La Vicenza DOC è una denominazione che comprende una zona molto ampia, ricca di sfaccettature per la morfologia del territorio. Pianura e monti, fiumi e colline, laghi e torrenti. Diverso anche il clima, più piovosa la zona pedecollinare rispetto a quella mite dei Colli Berici. E, infatti, non è solo il clima ad essere differente, ma anche i vini. Se prima parlavamo di una prevalenza di vini rossi, qui la maggioranza va ai bianchi con varietà come la Garganega ed il Pinot Grigio.
La creazione di un campo catalogo
Durante il mio soggiorno sui Colli Berici ho avuto modo di conoscere molte realtà, molti produttori, ma devo dire che c’è un progetto in particolare che mi ha incuriosita molto e che mi ha colpita perché dimostra il grande impegno e la forte passione che non solo le singole aziende, ma anche il Consorzio, infonde nelle proprie attività. Si tratta dell’avvio di un progetto di ricerca per la realizzazione di un nuovo campo catalogo per delle piante con varietà che vengono microvinificate e che non sono schedate. L’iniziativa, introdotta dal direttore Giovanni Ponchia insieme al custode e vignaiolo Giovanni Leopoldo Mancassola, prevede la creazione di un vigneto sperimentale di 500 mq a Lonigo dedicato all’allevamento di circa 20 antiche varietà viticole, tra cui gambugliana, leonicena, pomella, quaiara, rossa burgan, denela e saccola. “Oltre all’obiettivo di salvaguardare i vitigni ad altissimo rischio di estinzione – dichiara Giovanni Ponchia –, il campo catalogo vuole offrire un monitoraggio pluriennale per comprendere quali siano le varietà più adatte alle sfide climatiche attuali”. Mi ha molto colpita l’accalorato racconto di Giovanni che ha spiegato che c’era pochissimo tempo per procedere. A dimostrazione di quanto il lavoro venga portato avanti con sincera devozione e passione.
Le cantine visitate sui Colli Berici
La mia tre giorni in quel della provincia di Vicenza è stata molto intensa, ho avuto modo di degustare decine e decine di etichette, di apprezzarne le evoluzioni di annata in annata (ovviamente il Tai rosso Colli Berici ha fatto da padrone!) e, soprattutto, di conoscere i veri protagonisti di questa meravigliosa terra, vale a dire i produttori. A partire da Punto Zero, azienda vitinicola di Lonigo, una vera e propria bomboniera: la vista da qui è meravigliosa, i prati sono curati e tutto l’anno sarai inebriato dal profumo delle rose, oltre a vedere pascolare placidamente qualche cavallo. Pioniera è la signora Marcella, una vera e propria forza che manda avanti l’azienda con l’aiuto delle figlie. Interessante il nome “Punto Zero”: deriva dalla decisione da parte della sua famiglia di acquistare nel 1994 una proprietà sui Colli Berici e partire così, dal niente. Punto Zero è proprio l’espressione di questa partenza.
Il secondo passaggio è stato da In Sordina, l’azienda presso la quale si realizzerà il campo catalogo di cui sopra. Un ambiente totalmente diverso, una vigna recuperata da un campo totalmente dismesso che negli anni veniva addirittura usato come discarica. Possiamo quasi definirlo un vigneto urbano perché vicinissimo alle case che popolano Lonigo. Interessante quella che possiamo definire una sorta di doppia anima dell’azienda: la cantina, infatti, a conduzione famigliare si occupa sia della produzione di vini biologici, sia “standard”. Molto curiosa questa scelta.
Uno dei momenti più particolari e che sicuramente non scorderò di questo viaggio sui Colli Berici è stata la visita alla Villa da Schio a Costozza con il racconto della storia della dimora da parte del Conte che ancora vi soggiorna. La villa è veramente stupenda, ogni stanza rivela una sorpresa ed un piccolo tesoro, per non parlare del meraviglioso giardino che la circonda. Ora è Andrea Mattiello ad occuparsi del vigneto e della produzione del vino.
La tappa successiva è stata a Zovencedo presso la cantina Del Rèbene. Una vera e propria oasi di pace a 300 metri sul livello del mare con una vista che abbraccia l’intera Val Liona. Questa è un’azienda agricola che inizialmente era nata per la produzione di olio che poi si è allargata anche alla produzione del vino con 5 ettari di vigneto votati alla produzione di varietà autoctone dei Colli Berici come il Tai Rosso, il Carmenere ed il Cabernet Franc. Qui i coniugi Claudia e Francesca curano personalmente ogni aspetto dell’azienda, lavorando alacremente per allargare costantemente la produzione. Da Del Rèbene trovi anche degli alloggi dove puoi goderti la pace di questo luogo. Una curiosità: “Rebene” in cimbro (la lingua degli antichi popoli di origine tedesca) voleva dire vigneto.
E, infine, l’ultimo passaggio: Vitevis, una cooperativa con oltre 1000 soci viticultori, più di 2700 ettari di vigneto e 99 denominazioni. Una realtà sicuramente molto diversa da quelle precedenti: laddove sinora abbiamo visto principalmente storie di famiglie che si sono rimboccate le maniche per creare le loro piccole realtà, qui abbiamo storie di migliaia di persone che si sono riunite per aumentare la propria forza. Ci troviamo a Montecchio Maggiore, ai piedi del Monte Crocetta, un ex vulcano estinto. Pensa che già nel 1920 alcuni agricoltori avevano iniziato a ragionare su un concetto di cooperativa, ma poi la Seconda Guerra Mondiale ha bloccato tutto.
Dove mangiare sui Colli Berici
Durante il mio ho avuto modo di mangiare in due ristoranti che non posso fare altro che consigliarti perché mi sono trovata benissimo. Con due anime e due proposte gastronomiche molto diverse, ma sicuramente interessanti entrambe. Il primo è la Trattoria La Moreieta ad Arcugnano dove ho mangiato uno dei risotti più buoni della mia vita. Qui il piatto tipico è proprio “Risi e bisi”, vale a dire il risotto coi piselli, cucinato in maniera veramente deliziosa. E se ti piace la carne, ti consiglio la loro tagliata che si scioglieva letteramente in bocca, tanto la carne era tenera. Ovviamente abbiamo degustato altri vini dei Colli Berici, in particolar modo delle cantine Pegoraro, Piovene Porto Godi e Tenuta Monte San Giorgio. Infine, da non perdere la meravigliosa vista sui colli dalla terrazza del ristorante.
Mentre il secondo locale che ti consiglio se stai cercando dove mangiare sui Colli Berici si chiama Il Camaleonte ad Alonte. Un piccolo locale che d’estate può occupare la piazza del paese con i propri tavoli. Qui la cucina è sicuramente molto più particolare e ricercata. I due chef lavorano all’unisono ai fornelli per presentare proposte davvero originali – uno su tutti il dessert: morbido alla rucola, yogurt, cipresso. In abbinamento abbiamo provato i vini di Cavazza (un’azienda storica del territorio che affonda le sue radici addirittura al 1928), Inama (conosciuta per le tecniche in grado di unire tradizione ed innovazione) e Le Lore (un’azienda giovane, con tanta voglia di fare e vini molto interessanti).
Colli Berici: passione, storia, natura e gran vini
Partiamo dai veri protagonisti di questo viaggio in provincia di Vicenza: i vini. I vini dei Colli Berici hanno sicuramente un fil rouge che li accomuna: il bouquet regala sensazioni floreali e, soprattutto, il sale è il trait d’union delle etichette di questa zona. Quando li assaggerai troverai sempre una sapidità persistente, non marcata, non è invasiva nella degustazione, ma sicuramente la ritroverai al palato. Come dicevamo, questi vini hanno delle gradazioni importanti, eppure presentano sempre un’ottima beva, nonostante spesso abbiano una gradazione anche di 14 gradi o oltre. Si tratta di vini complessi, con mille sfaccettature, ma non risultano pesanti. E la zona merita sicuramente una visita anche dal punto di vista naturalistico e storico-architettonico. I paesaggi sono stupendi, sta crescendo molto il turismo slow negli agriturismi per riconnettersi con la natura e la vicina Vicenza regala numerosi luoghi ricchi di storia da scoprire.