Talvolta durante i nostri viaggi ci dimentichiamo di quanto delicato ed articolato sia l’equilibrio dei luoghi che visitiamo. Tra flora, fauna, clima ed intervento dell’uomo, sono tantissimi i fattori da tenere in considerazione per non alterarlo. Senza contare che quando andiamo nei tanti parchi nazionali presenti lungo lo Stivale ci sono numerose specie protette che vanno tutelate. Proprio per questo è nata una collaborazione tra Federazione Una e Federparchi per una maggiore sensibilizzazione contro il fenomeno del bracconaggio. Il progetto nasce nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, il più antico parco d’Italia con il suo animale simbolo, lo stambecco.
La storia del Parco Nazionale Gran Paradiso
Come ti dicevo, si tratta del parco nazionale più antico d’Italia, infatti la sua fondazione risale al 3 dicembre 1922 ed è distribuito su due regioni. Infatti, Il Parco Nazionale Gran Paradiso abbraccia Piemonte e Val d’Aosta per un’ampiezza totale di 71mila ettari. Ti svelo un’interessante curiosità: solo il Gran Paradiso National Park (GPNP) ed il Parco d’Abruzzo possono fare affidamento sul corpo dei Guardiaparco per la custodia di questi ampissimi spazi, proprio perché questi sono i parchi più antichi. In seguito, la sorveglianza è passata al corpo forestale dello stato. Una vita non facile quella del guardiaparco, una vera vocazione! Spesso si trovano isolati per alcuni giorni sulle cime del Gran Paradiso con temperature veramente rigide.
La storia di questo parco, in realtà, è legata a doppio filo con lo stambecco ed alla sua protezione. Infatti, già nel 1856 Vittorio Emanuele II aveva dichiarato questi territori Riserva Naturale di Caccia e questo decretò a tutti gli effetti la salvezza della specie. Infatti, in quegli anni gli esemplari presenti erano veramente ridotti. Nel secolo successivo, più precisamente nel 1919, Vittorio Emanuele III decise di regalare allo Stato italiano i 2100 ettari della riserva di caccia ma ad una condizione: doveva essere creato un Parco Nazionale. Iniziò, così, al Parco Nazionale del Gran Paradiso la storia di censimento di stambecchi più storica al mondo ed oggi su queste montagne sono presenti circa 2500 esemplari.
Come tutelare le specie protette
Ecco perché sensibilizzare contro fenomeni di caccia illegale (meglio noti come bracconaggio) e riportare l’attenzione sulla tutela delle specie protette è estremamente importante e Fondazione Una (Uomo, Natura, Ambiente) e Federparchi stanno lavorando proprio in questa direzione. Il loro progetto ha visto il suo debutto tra le montagne del Parco Nazionale Gran Paradiso, ma si sposterà poi su altri parchi italiani. Sono stati scelti territori in cui vivono specie oggetto di particolare attenzione perché, nel tempo, minacciate da episodi di bracconaggio. Uno dei valori principali di Fondazione UNA è quello di posizionare la caccia come attività sostenibile e responsabile. Si tratta di una pratica diametralmente opposta al bracconaggio perché intende tutelare le specie protette. Infatti, in questo senso la figura del cacciatore viene vista come custode degli equilibri faunistici e naturali dell’ecosistema.
Parco Nazionale Gran Paradiso – Cosa vedere
Come detto, PNGP si estende su due regioni e la mia visita si è svolta tra la valle di Valsavarenche in Val d’Aosta. Qui puoi fare delle bellissime escursioni, molto semplici, e trovarti a pochissima distanza con gli stambecchi. Mentre salivo lunghe le sponde della montagna, mi sono fermata e fotografarli subito perché ero sicura che non sarei mai riuscita a vederli più vicini di così. Tutt’altro! Abituati alla presenza dell’uomo, in realtà avrai la possibilità di ammirarli veramente da vicino e ti assicuro che è un’esperienza emozionante.
Ma le specie che puoi incontrare qui sono tantissime. Ad esempio, il gipeto e l’aquila reale, anch’essi storiche vittime del bracconaggio che in passato ha portato alla loro quasi completa sparizione dai territori alpini della Valle d’Aosta. Oggi, grazie alle attività a tutela della fauna e del territorio, queste specie sono tornate a proliferare e frequentare in sicurezza i cieli e i boschi delle valli aostane. Il gipeto è un avvoltoio con un’apertura alare veramente imponente che può arrivare fino a 3 metri! Oltre all’attività dei guardiaparco direttamente sul territorio, sono state posizionate anche alcune webcam che permettono di monitorare anche le zone più impervie e quelle di nidificazione sulle rocce. Ecco ad esempio, un’immagine presa proprio da una di queste telecamere.
E, anche se può sembrare strano visto che siamo in montagna, in realtà qui c’è anche un altro elemento fondamentale vale dire l’acqua. Al Parco Nazionale Gran Paradiso, infatti, il Centro di Rovenaud di Valsavarenche Acqua e biodiversità dove potrai vedere le lontre nuotare e giocare nell’acqua e a riva. Sono veramente buffe e carinissime: passano il loro tempo a giocare e a divertirsi con tutto quello che trovano al parco.
Il trekking al Parco Gran Paradiso
L’altitudine media delle montagne che fanno da cornice a questo meraviglioso parco è di circa 2300 metri ed il parco gira intorno al Massiccio del Gran Paradiso. Preciso che si tratta di un’altitudine media perché in realtà l’altitudine massima del Gran Paradiso è 4.061 metri. Insomma, è sicuramente una meta ideale per chi vuole fare trekking tra queste stupende montagne. Non devi temere: il GNGP è uno dei parchi più facili in questo senso perché non ci sono ferrate. E se vuoi cimentarti nella scalata per raggiungere la vetta oltre i 4mila metri, puoi affidarti alle guide alpine che ti porteranno lì in tutta sicurezza. Non devi essere preparato per farlo, ma ovviamente devi mettere in conto un certo impegno quindi è bene non farlo da soli.
La prima tappa di un viaggio di tutela dell’equilibrio naturale
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato il meraviglioso teatro di un progetto importante con Fondazione Una e Federparchi. Alla base l’amore per la montagna, per la natura, per gli animali che vi abitano e che la impreziosiscono. Anche perché PNGP è a tutti gli effetti un laboratorio a cielo aperto, una vera e propria eccellenza italiana perché ha fatto moltissimo per la conservazione delle varie specie ed è un vanto non solo per la Valle d’Aosta e per il Piemonte, ma l’Italia tutta. Importante, quindi, prendere coscienza durante i nostri i viaggi degli equilibri in cui ci inseriamo. Una nota gastronomica: durante il tuo viaggio al Parco Nazionale del Gran Paradiso ti consiglio un pranzo da Le Barmé de l’Ours a Rhemes-saint-georges. Personalmente ho particolarmente apprezzato la loro variante della zuppa di Rhêmes che tradizionalmente prevede pane, cavolo e brodo di verdura e a cui loro aggiungono segale e cannella. Un ottimo piatto per riprendersi dalle fatiche del trekking in montagna!