Ci sono interviste che hanno un che di epico. Perché se ti trovi a parlare con un musicista che nella carriera ha suonato su palchi importanti davanti a decine e decine di migliaia di persone e al fianco di mostri sacri della musica come Alice Cooper, Vasco Rossi e Micheal Bolton, forse l’aggettivo più consono per definire l’incontro è proprio epico. Mi riferisco alla mia intervista a Stef Burns, al secolo Stephan Birnbaum, classe 1959, originario della California ma residente a Milano ormai da un po’. Abbiamo parlato delle tappe della sua carriera, delle sensazioni che ha provato a suonare in determinati contesti, come si prepara ad un concerto ed anche ovviamente della sua nuova band, gli Heroes & Monster, con cui è attualmente in tour in giro per l’Italia.
Stef Burns – Le origini
Stef, facciamo un excursus della tua carriera? Ho letto che hai iniziato a 9 anni, ma come hai fatto?
Stef Burns: in realtà, io penso che tutti i chitarristi abbiano iniziato da giovani. Io in realtà ho iniziato a 6 anni, avevo già una band a 9 anni. Mio padre suonava in casa le canzoni di Bob Dylan e dei Beatles e mi sono sempre piaciute e poi ho preso in prestito la sua chitarra.
In Italia tu sei super conosciuto per essere il chitarrista di Vasco, ma in realtà nella tua carriera tu hai avuto tantissime collaborazioni importanti tra cui Alice Cooper. Ci racconti il periodo con lui?
Stef Burns: Era un sogno. Durante quel periodo. Prima mi ha chiesto di affiancarlo per un disco, poi in tour e poi per un altro disco. Prima mi sono ricordato che quando ero ragazzino a 14 anni suonavo i suoi pezzi nella soffitta di mio cugino e poi sono salito sul palco con Alice a suonare sul palco gli stessi pezzi che suonavo con mio cugino ed è stato molto bello. Lui è top, carino, professionale, duro, ma una persona molto dolce. É una persona meravigliosa.
Dev’essere stata un’esperienza fantastica!
Stef Burns: Sì, come i viaggi assieme. E poi suonavo assieme a Eric Singer che è il batterista dei Kiss, Derek Sherinian alle tastiere e Greg Smith al basso e Vinnie Moore, l’altro chitarrista. Ogni concerto con lui era una lezione di chitarra.
Stef Burns e i mega concerti con Vasco Rossi
Veniamo ora alle tue collaborazioni con Vasco, tu hai suonato con lui in decine di concerti con tantissime persone. Ce n’è qualcuno che in qualche modo ti ha emozionato più di altri?
Stef Burns: Io ricordo sempre il primo San Siro. Ho fatto un calcolo e ho suonato con Vasco a San Siro qualcosa come 28 volte. É pazzesco! Vasco credo l’abbia fatto 35 volte. La prima volta era il 1995 e i cellulari erano pochissimi e invece c’erano gli accendini. Era un concerto “old style” come lo ricordavo io. E non avevo capito quanto grande era Vasco, ma quando sono andato a San Siro e ho visto 80mila persone che cantavano ogni singola parola delle sue canzoni, mi sono detto “Non sono più in America, questa è un’altra cosa!”. Questa è sempre stata una grande emozione. Poi ci sono stati altri concerti durante il tour, come quello del 2010 in-door. Quello è stato molto bello ed intimo. E poi Modena Park con 225mila persone. É stata una bella emozione!
La preparazione tecnica
Come ti prepari ad un concerto, anche per quanto riguarda il setup?
Stef Burns: Praticamente il setup è in funzione di quanto grande è il concerto. Però onestamente è molto simile perché io uso chitarra, amplificatore e pedaliera. Posso usare un altro paio di pedali in più o un altro amplificatore più potente, ma non è molto diverso. Ad esempio, quando vado nei club uso un amplificatore, mentre nei concerti più grandi uso due amplificatori in stereo.
E quando lavori in studio com’è l’esperienza? Sia a livello tecnico, sia di preparazione.
Stef Burns: In studio uso meno le pedaliere. Solitamente uso le plugin, così puoi decidere quali effetti vuoi e quanto. Così non resti bloccato in quanto a effetti ed è più versatile.
E c’è una chitarra che preferisci in assoluto?
Stef Burns: Sì, è la mia numero 1. La Fender Stratocaster del 1991, è quella che mi ha seguito con Vasco sin dall’inizio ed è diventata la mia chitarra preferita, quella che amo più di tutte. Amo anche la mia Les Paul, è sicura, affidabile, suona perfettamente. É una chitarra con un’intonazione perfetta, un bel suono forte. Mi piace molto anche la mia Telecaster e la mia SG. Insomma, Gibson e Fender sono le mie preferite.
E come scegli una chitarra in funzione del concerto?
Stef Burns: In primis, il suono. Se devo avere un suono più “cazzuto”, scelgo la Les Paul. Anche se comunque anche la Strato è forte. Però spesso cambio le chitarre in funzione del tuning, se hanno una tonalità differente e se devo stare attento a non rompere le corde!
Stef Burns e la nuova band
Parliamo allora adesso della tua nuova band, gli Heroes & Monsters. Ti vedo suonare con Todd Kerns, che è già musicista di Slash, Will Hunt, il batterista degli Evanescence, Tommy Lee e molti altri. Ci racconti com’è nato questo nuovo progetto?
Stef Burns: Sì, siamo molto orgogliosi di questa band e siamo molto carichi. Io e Will abbiamo suonato con Vasco, è nato un bel rapporto sia musicalmente, sia umanamente. Ormai siamo come fratelli. E ci siamo detti “Dobbiamo fare una band perché è troppo figo!”. Allora, abbiamo cercato un cantante e abbiamo trovato Todd e lui ha accettato. Abbiamo iniziato a mandarci pezzi. Era durante il lockdown e non potevamo stare insieme in sala, nonostante sia sempre il modo migliore per registrare e scrivere. Quindi io mettevo un pezzo, un’idea, la mandavo a Todd e Will e abbiamo condiviso tutto così. Loro sono veramente bravi, hanno preso i miei pezzi, Todd ha scritto i testi a Las Vegas, Will ha messo la batteria a Orlando in Florida e io sono stato a Somma Lombardo con Alessandro Del Vecchio a registrare le chitarre.
Quindi un album “multilocale”.
Stef Burns: Multilocale, sì. Però siamo riusciti a mantenere l’intimità e la magia come se stessimo suonando insieme.
Questo è importante. Ci dici qualcosa sulle tracce del vostro primo album?
Stef Burns: Certo, abbiamo 10 canzoni. Sono tutti inediti, tranne uno che è la nostra cover di “Sweet”, il nostro tributo ad uno dei pezzi glam degli anni Settanta.
Prossimi progetti?
Stef Burns: Andiamo in tour in tutta Italia. Roma, Torino, fuori Milano a Cermenate, due date in Sicilia vale a dire Palermo e Catania. Poi abbiamo Castel di Sangro, San Benedetto del Tronto, Ravenna, Piangipane… Che mi piace tanto dirlo, Piangipane! Saranno 10 date in 11 giorni. Abbiamo previsto un giorno di stop perché abbiamo paura di “morire”.
La passione per i motori
Tu sei appassionato di motori?
Stef Burns: Sì, ho un’Harley Davidson in California. Quando sono arrivato in Italia ho iniziato a seguire la MotoGP e ho conosciuto Valentino perché è un amico di Vasco e anche un suo fan. Sono anche stato alla pista di Monza per guardare la F1 perché quando ero in America francamente non seguivo queste cose. E ho fatto uno spot per Sky Sport in cui suonavo sulla pista e c’era Valentino Rossi che passava e c’era una bella grafica, molto divertente.
Ti piace fare gite in moto?
Stef Burns: Sì, tanto. Specialmente nel Nord della California dove ci sono le colline, le strade tranquille. In città ci sono sempre macchine, c’è bagnato per terra.
Ultima domanda di rito per tutti quelli che passano da AB Style Magazine: cos’è per te lo stile?
Lo stile è quello che ho io! (Ride) No, dai, ognuno di noi ha il suo stile e questa è la bellezza del mondo. Quello che sei, quello che ti piace, il tuo gusto, questo è il tuo stile. Può essere qualsiasi cosa.