I castelli sono sempre stati teatri di fiabe incantate e proprio in una bolla incantata sembrava di stare durante il concerto al pianoforte di Mika a Milano nella cornice del Castello Sforzesco per una super anteprima di Piano City, la kermesse musicale che viene ufficialmente inaugurata oggi. L’evento è stato studiato da subito per essere qualcosa di esclusivo e speciale: solo 200 posti, allestiti con dei grandi cuscini bianchi intorno al pianoforte Schimmel K280 sospeso sull’acqua, i cancelli del Castello chiusi per un’atmosfera intima e magica. E, infatti, i posti disponibili sono andati sold out nel momento stesso in cui si sono aperte le prenotazioni online dopo che era stato annunciato il concerto di Mika a Milano pochi giorni prima. Piano City è iniziato in grande spolvero quest’anno e molti altri saranno i concerti che animeranno la città nei prossimi giorni. E Mika ha scelto questa manifestazione per dare un assaggio dei sei special event in programma in Italia per quest’estate.
Una situazione “effimera”: i ringraziamenti di Mika a Piano City
Mi concedo la licenza letteraria di iniziare dalla fine del concerto, invece che dall’inizio. Perché ritengo che quanto detto da Mika esprima al meglio l’essenza unica di quest’evento, così speciale. Perché se ci si potrebbe aspettare che Piano City possa essere orgogliosa di aver inaugurato l’edizione 2023 con un artista del suo calibro, non era altrettanto scontato vedere Mika stesso ringraziare Piano City per quest’opportunità unica. “Ho fatto altri concerti acustici, anche dei veri e propri tour, ma mai un’iniziativa di questo genere. E per farlo ci vuole la location giusta, l’atmosfera giusta… Così effimera, come questa. Grazie Piano City per quest’opportunità unica”.
Musica e aneddoti
A contribuire nel rendere tutto il concerto intimo e delicato sono state anche le chiacchiere che Mika ha scambiato con il pubblico. Per ogni brano, infatti, prima ha condiviso sempre qualche battuta, raccontando com’è nato o qualche curioso aneddoto della sua storia. O anche scherzando, come quando ha rivelato che – a differenza di quanto si possa pensare – un artista quando suona non fa necessariamente un viaggio interiore, vivendo forti emozioni, come dolore, rabbia o altro. No, pensa piuttosto ai calzini firmati (sorvolo sulla marca) che indossa e che continuano a scendere e che lo costringono tutta la sera a tirarsi giù i pantaloni per nasconderli!
Non sono mancati, però, gli aneddoti seri, come quando ha raccontato la canzone composta a 16 anni. “Un brano triste, come quando hai 16 anni e sei triste con una tristezza che non passerà mai”, ha confidato sorridendo, quasi come se stesso sorridendo con malinconia al Micheal (vero nome di Mika) adolescente. “Ma è comunque qualcosa di molto serio”. O di quando si è trovato nei Planet Studios di Montréal, in un’atmosfera surreale, con un’aria rarefatta per quanto altri artisti avevano fumato prima e lui non dormiva da 32 ore. E non potendo dormire perché nel suo hotel c’era molto rumore per via di un festival che era in corso in quei giorni, l’unica soluzione è stata bere tre whiskey, andare in studio e provare a suonare. In un’atmosfera psichedelica, Mika si sentiva come sott’acqua… Dopo un paio di mesi, quella stessa atmosfera, Mika l’ha riversata nello spartito dell’hit “Underwater”. Insomma, battute, arguta ironia, sentimenti e ricordi condivisi con il suo pubblico, seduto a pochi passi da lui.
Mika in concerto a Milano: i brani per l’esibizione di Piano City
Per l‘anteprima di Piano City, Mika ha scelto accuratamente i bani, in alcuni casi riarrangiandoli per rimanere aderente al mood della serata. Come “Relax, Take it Easy”, riproposto in chiave meno pop è più delicata. Non sono mancati anche tracce degli anni addietro, dall‘album “Life in Cartoon Motion”, come “Lollipop”, “Big Girl (You Are Beautiful)” e “Blue”, scritta per la madre. A chiudere l’immancabile e travolgente “Grace Kelly” che l’ha fatto balzare in vetta alle classifiche mondiali nel 2007. Anche in questo caso, l’arrangiamento è stato rivisto in pieno stile Piano City, con il pianoforte protagonista (uno Schimmel K280 per il quale Mika, prima di aggredire la tastiera, ha detto “Schimmel, sei uno dei pianoforti più belli del mondo, scusami!”) ed il ritmo travolgente di Mika che, re del Castello Sforzesco di Milano per una sera, ha chiuso così sulle ultima note del brano: “Humprey, we’re leaving the Castello”. E dopo i doverosi ringraziamenti al pubblico, è sparito nella notte, come la magia che l’ha portato a suonare su un pianoforte sospeso sull’acqua davanti a 200 fortunati (ed incantati) spettatori in un castello chiuso e lontano dal resto della città.