Quante volte hai sentito l’espressione “Self-made man”? La storia che ti sto per raccontare è quella di un successo raggiunto proprio da un uomo cui questa definizione calza a pennello. Sto parlando di Pierluigi Tolaini, originario della Garfagnana e migrato in Canada per far fortuna. Il suo obiettivo era chiaro: non sarebbe mai più stato povero, non avrebbe mai più mangiato polenta e non avrebbe mai più bevuto di pessima qualità. Anzi, proprio per questo, sarebbe tornato in Toscana per dedicarsi proprio alla produzione di vino. E la fortuna in Canada è arrivata davvero: Pierluigi Tolaini ha fondato una delle principali aziende di trasporti non solo del Canada, ma di tutto il Nord America. Per poi tornare nella sua Toscana a dar vita alla cantina Tolaini nel Chianti Classico che ora conta 50 vigneti su un totale di 100 ettari.
Una storia di famiglia nel Chianti Classico
Era il 1998 quando Pierluigi Tolaini s’innamorò dell’anfiteatro naturale di vigneti della tenuta di Castelnuovo Berardenga. Qui, infatti, troviamo un terreno argilloso e minerale che si sviluppa su due versanti che presentano strutture diverse, con terre ricche di fossili sassolini lavati. Anche perché, di fatto, stiamo parlando di un’ex zona vulcanica. Tra i primi vigneti acquistati, quello di Montebello. “Questa vigna non sbaglia un colpo”, ha dichiarato con orgoglio Luca Mittica, direttore commerciale di Tolaini. Si tratta di una vigna di Sangiovese ed è curiosa la storia che vede la figlia di Pierluigi, Lia Tolaini Banville, convincere il padre al Sangiovese. E infatti nel 2008 vede la luce il primo Chianti classico in purezza. Una storia di famiglia questa, che possiamo definire allargata. Infatti, tutti i braccianti abitano in un piccolo condominio della tenuta. Ecco perché conoscono i vigneti Tolaini come le loro tasche, come se fosse il loro giardino di casa. E lo trattano con la stessa cura.
Tolaini – Al Passo
La tenuta Tolaini è di una bellezza veramente pittoresca. Hai presente quelle tipiche fotografie della Toscana? I pendii dolci dei vigneti, i cipressi, la natura meravigliosa dei panorami toscani… Insomma, quelle che spopolano anche sui social e, in particolar modo, su Instagram. Ecco, qui sembra di stare dentro a un quadro. E in tutta la tenuta c’è un angolo veramente magico. Si chiama Al Passo ed è un piccolo boschetto, leggermente sopraelevato rispetto agli altri vigneti. Pensa che durante la ristrutturazione vi è stata trovata una tomba etrusca. Ora è un balcone su questo paesaggio mozzafiato e spesso fa da cornice a delle proposte di matrimonio. “Che ansia ogni volta che c’è una proposta di matrimonio su Al Passo!”, mi aveva confidato Alex Banville – nipote di Pierluigi – durante la nostra prima chiacchierata a Vinitaly di Verona. “Ogni volta aspetto che ritornino, sperando che tutto sia andato bene e che lei abbia detto di sì!”. Ah, il potere del Chianti, della Toscana e del buon vino di Tolaini!
La filosofia dell’azienda
Tolaini si distingue per il percorso virtuoso che sta conducendo volto alla ricerca di un perfetto equilibrio di sostenibilità ambientale. Non per niente, questa è la prima provincia italiana neutrale per emissioni di carbonio. Qui c’è tantissima biodiversità e tutte le lavorazioni vengono effettuate cercando di evitare stress inutili alle viti. Devo ammettere che un aspetto che mi ha stupita molto è stata la propensione alla tecnologia che si combina perfettamente con la tradizione vitivinicola toscana. Infatti, l’azienda Tolaini usa una diraspatrice che, come due mani, schiccano il chicco senza però rovinarlo. E soprattutto hanno scelto di utilizzare la selettrice ottica che a grande velocità distingue gli acini buoni da quella da scartare. É così efficiente che fa il lavoro di 30 uomini!
I vini Tolaini
Ovviamente una visita da Tolaini non può che includere anche una degustazione di vini. In compagnia di Luca e dell’enologo Francesco Rosi, ho degustato Al Passo 2018, Valdisanti 2018, Legit (un Cabernet Sauvignon che si è aggiudicato il 13esimo posto da Wine Spectator tra i migliori vini del mondo) e Picconero 2015. Picconero, come il nome lascia intuire, rappresenta il picco della produzione di vini Tolaini. Fa 24 mesi di affinamento in barrique e almeno tre anni in bottiglia. E Francesco ha svelato: “Non esiste una ricetta, non ci sono parametri fissi o un protocollo da seguire. Ci si adatta alle esigenze dell’annata”.
Tolaini – Dalla Garfagnana al Chianti passando dal Canada
Se stai pensando di passare qualche giorno tra le bellezze (e il vino!) del Chianti Classico, sappi che da Tolaini puoi anche soggiornare e godere appieno della meraviglia di questi luoghi. Scoprirai come tutti sono veramente innamorati di questa terra e legati alla storia di Tolaini. E ti appassionerai dei loro vini – eleganti, raffinati e corposi – che ti parleranno di Toscana e della storia di un uomo che sapeva perfettamente ciò che voleva.