Il Friuli Venezia Giulia è una terra speciale e poliedrica. Per riprendere le parole di Roberto Pighin, Vice-Presidente dell’azienda agricola Pighin, possiamo dire che è “felicemente ubicata tra Alpi ed Adriatico”. Quest’ambivalenza non rappresenta un asso nella manica solamente in ambito turistico, bensì si riversa anche nella tipicità dei vini friulani. Ne è dimostrazione la cantina Pighin che si trova proprio nella culla della più alta tradizione vinicola del Friuli: Risano, nelle Grave, e Capriva (UD), nel Collio (GO). Per conoscerli al meglio ho avuto modo di partecipare ad una degustazione presso il ristorante A’ Riccione Terrazza 12, con vista sul Duomo. Ti racconto com’è andata nelle prossime righe.
Pighin Collio Friulano 2019
Il pranzo con tema vini del Friuli Venezia Giulia è stato battezzato da un vino Collio Friulano, vendemmia 2019. Con una gradazione di 14 gradi, presenta un tenore di acidità non eccessivo. Lo chef di A’ Riccione ha deciso di accompagnarlo con un cannolo con ripieno di salmone, su un letto di burrata ed avocado, con uova di salmone. Personalmente ho trovato questa scelta particolarmente azzeccata perché non ha azzerato il sapore del vino – tutt’altro, è stato in grado di esaltarlo ancora di più. Il suo sapore è morbido, sapido e tradisce la mineralità della zona di provenienza.
Due sono le zone di produzione di questo vino: Grave del Friuli e, appunto, Collio. Ed i vini di riferimento sono il Friulano e lo Chardonnay. Il Collio è una terra votata alla produzione dei buoni vini bianchi, ma è bene tenere a mente che non bisogna gustarli troppo giovani. Scegliendo le annate precedenti, potrai permettere loro di esprimere tutta la loro potenza.
Malvasia DOC Collio 2019
Dopo l’ouverture, il secondo protagonista della degustazione di vini del Friuli Venezia Giulia è stato un Malvasia DOC Collio, sempre proveniente dall’annata 2019. Il piatto in accompagnamento è stato un primo di fregola con scampi, vongole, calamari ed una riduzione di vino rosso. In questo caso, devo ammettere che il piatto ha un po’ nascosto il sapore del vino in quanto era fin troppo ricco.
Il Malvasia Pighin, pur mantenendo i 14 gradi che già avevamo provato prima, risulta un vino bianco più accessibile perché non presenta eccessi aromatici. Riesce, tuttavia, ad esprimere un carattere delicato che regala note di agrumi e mela. Lo contraddistingue un sapore secco ed elegante.
Pighin Soreli Bianco Collio 2018
Il pranzo all’insegna dei vini bianchi friulani è volto verso il termine con – di nuovo – un piatto di pesce dello chef di A’ Riccione. Protagonista del terzo passaggio di vini Pighin è stato il Soreli Bianco Collio, vendemmia 2018. Dalla tradizione del Friuli la degustazione non sarebbe stata completa senza una ribolla gialla. Quest’etichetta Pighin, infatti, proviene da vitigni di Ribolla gialla, Malvasia e Friulano. Anche in questo caso sono gli agrumi a balzare subito in bocca con la buccia d’arancia. Mentre in quanto a profumo sono l’albicocca e la vaniglia a rendere la struttura elegante.
Pighin Picolit 2016
La degustazione di vini del Friuli Venezia Giulia con Pighin si è conclusa con una nota di tradizione e di pura eleganza. Il Picolit ha chiuso le danze, notoriamente un vino da meditazione che l’azienda produce come omaggio alla storia del territorio – infatti, ne vengono realizzate solo 600/1.000 bottiglie l’anno da mezzo litro. Questo anche perché il Picolit è molto particolare e da un intero grappolo è possibile sfruttare pochi acini. Ma mi ha particolarmente convinta: dolce, morbido, vellutato, è in grado di lasciare un persistente aroma equilibrato ed aristocratico che ben si accompagna alla piccola pasticceria.