É una piccola bomboniera racchiusa tra le colline a circa 60 Km a Nord di San Francisco. E sebbene la Napa Valley cubi, in termini di superficie, solo il 4% dei vini della California, in termini di volumi arriva ben al 25%. Non solo, i vini della Napa Valley sono conosciuti in tutto il mondo per il loro carattere deciso e per la struttura data dalle peculiarità del clima della California. Tanto che con il tempo i produttori di questi vini californiani sono riusciti ad affermarsi in con alcune tra le migliori etichette di Cabernet Sauvignon e Merlot in tutto il mondo. Sono stata nella Napa Valley nel pieno della stagione estiva ad agosto, mi sono fermata presso un paio di cantine e ti racconto la mia esperienza in quest’angolo californiano.
Napa Valley, un successo decretato dai francesi
Forse avrai sentito parlare della famosa “Degustazione di Parigi” del 1976. Si trattò di una degustazione in cui 9 esperti di vini francesi furono invitati ad una degustazione alla cieca che fu una vera e propria comparazione tra i vini californiani e quelli francesi. In previsione c’erano vini bianchi a base di uvaggio Chardonnay e rossi a base Cabernet Sauvignon. Inutile dire che i francesi affrontarono la questione con una certa sufficienza, convinti che delle case vinicole di un paese che fino al 1933 proibiva la produzione di alcolici non avrebbero avuto nulla di particolare da dimostrare a quel tavolo. I vini furono addirittura versati in bottiglie anonime per evitare ogni genere di condizionamento e alla fine… Sia per la categoria dei bianchi, sia per quella dei rossi furono proprio i vini della Napa Valley a vincere, con sommo disappunto degli enologi francesi.
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Il clima dei vini californiani
Quello della contea di Napa è sicuramente un clima molto particolare. Racchiusa tra le colline, spesso la mattina troviamo un po’ di nebbia ed una freschezza data dall’altitudine, ma soprattutto negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico le temperature sono diventate sempre più alte e laddove negli anni precedenti il fenomeno degli incendi intorno all’area era comunque contenuto, negli ultimi due anni è diventato preponderante mettendo talvolta a rischio le coltivazioni stesse. Questo, aggiunto ad un terreno molto minerale di origine vulcanica, ha contribuito al carattere dei vini della Napa Valley.
Robert Mondavi
Quella di Robert Mondavi è una delle aziende vitinicole più antiche della Napa Valley, infatti avviò la sua attività quando ancora nella zona c’erano solo una ventina di cantine. Robert Gerald Mondavi, classe 1913, è uno dei padri fondatori di questa contea e della produzione di vini californiani in seguito all’epoca del proibizionismo. Un vero e proprio pioniere, pensa che da quando la cantina è stata fondata i suoi vini hanno ricevuto voti superiori ai 90 punti per più di 350 volte. Robert ha contribuito a cambiare il modo in cui gli americani pensavano al vino e lo vivevano. Era solito dire “Per me il vino è sempre stato qualcosa di piùù. Il vino per me è passione. É famiglia ed amici. É il calore del cuore e la generosità dello spirito. Il vino è arte. É cultura. É l’essenza della civilizzazione e dell’Arte di Vivere”.
Il vigneto di Robert Mondavi nella Napa Valley si chiama “To Kalon” ed è stato annoverato per ben 4 volte tra i vigneti più belli del mondo. Dalle sue origini nel 1860 To Kalon è passato da varie gestioni fino al 1966 quando diventò, appunto, proprietà di Mondavi con un’ampiezza iniziale di 12 acri. Ora parliamo di un vigneto di circa 450 acri e si trova nel lato ovest di Oakville AVA, una delle zone più prestigiose per la produzione di Cabernet Sauvignon. Nel 2023 To Kalon ha ricevuto la certificazione per la produzione organica grazie all’approccio gentile verso la natura in ogni singola fase della produzione. Ma in realtà, devi sapere che la storia dei vini di Robert Mondavi inizia con To Kalon Reserver Tier, la più alta espressione dei vini di questa cantina. Le uve sono sempre selezionate a mano e tutto viene gestito con la massima cura in una cantina di fermentazione dedicata. Questo è stato il luogo che ha ispirato Robert Mondavi a credere che la Napa Valley potesse produrre vinic he potessero competere con i migliori vini del mondo.
La degustazione da Robert Mondavi Arch & Tower nella Napa Valley
Sono stata nel locale Arch & Tower di Robert Mondavi dove sono stata accolta per una meravigliosa degustazione di vini californiani in abbinamento ai piatti dello chef Jeff Mosher. Per quanto siano i rossi a fare da padrone, abbiamo comunque inizialmente provato il Reserve Fumé Blanc 2021 accompagnato da fiori di zucca in tempura. Piacevole e fresco per iniziare la degustazione.
Siamo poi passati all’espressione tipica dei vini californiani di Robert Mondavi, vale a dire due Cabernet Sauvignon 2016 e 2017, entrambi eccelsi ma con note molto diverse tra di loro a causa dei cambianti climatici che sono occorsi tra un’annata e l’altra. Ad accompagnare punte di manzo manzo Wagyu.
A chiudere un vino molto particolare, Ode to Soul, un’etichetta di lusso che Robert Mondavi ha lanciato in collaborazione con il campione di basket Carmelo Anthony. In questo caso lo chef ha chiuso con tonno obeso scottato.
Napa Valley – Hill Family Estate
Dall’Arch & Tower di Robert Mondavi, che si trova a Yountville downtown, ci spostiamo verso i vigneti (finalmente!) ed approdiamo da Hill Family Estate, una giovane realtà vitinicola fondata nel 2001 da Doug e Darci Hill, iniziando con il loro Merlot e con un blend di loro fattura che chiamarono Origin. La produzione è di circa 12mila bottiglie l’anno e buona parte della loro produzione viene venduta, in realtà, ad altre cantine. Ma io ho avuto modo di provare le loro etichette, spaziando molto tra la produzione. Molto interessante anche l’area deputata alle degustazioni, un déhor con arredi molto particolari che ho apprezzato molto. Così come l’accoglienza, la calorosa ed amichevole accoglienza americana che ti fa sempre sentire a casa. Dal 2001 ad oggi Hill Family Estate è riuscita ad aumentare l’area vinificata fino a 120 acri, concentrati principalmente ad Atlas Peak, Carneros e Oak Knoll.
Doug Hill ha sempre avuto un approccio molto improntato al legame con la terra. Infatti, durante la sua infanzia a San José, viveva in una fattoria e quando i suoi genitori si sono trasferiti a Healdsburg, la famiglia ha iniziato a coltivare mele e prugne. Non solo, condividevano una mucca con i vicini, facendo a turni per la mungitura e l’80% di quello che consumavano in famiglia derivava proprio dalla loro terra. Questo atteggiamento lo ritroviamo anche ora nella produzione di vini nella Napa Valley dove la loro idea è quella di realizzare vini bilanciati, usando politiche ambientali sostenibili. La Hill Family iniziò a selezionare e piantare i propri vitigni negli anni Ottanta, sfruttando le loro conoscenze sui multipli microclimi della Napa Valley, le variazioni del suolo e le caratteristiche delle uve e come, tutto ciò, contribuisse alla qualità del vino. Hanno piantato pinot nero, Merlot, Cabernet Franc, Albarino, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Per poi rendere la produzione ancora più complessa piantando anche Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon nel distretto Oak Knoll e poi Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec, Sauvignon Blanc e Syrah a circa 450 metri d’altitudine ad Atlas Peak.
La degustazione da Hill Family Estate
Anche da Hill Family Estate abbiamo ovviamente degustato qualche calice. Ad iniziare Cuvée Charlotte, molto fresco e delicato, perfetto in un caldo pomeriggio d’agosto come quello della nostra visita nella Napa Valley. Anche in questo abbiamo iniziato con un bianco.
Bianco anche per il secondo passaggio, Atlas Peak Sauvignon Blanc, il Sauvignon prodotto proprio in collina a circa 450 metri di altitudine come ti dicevo poco fa. Qui l’altitudine ha contribuito a realizzare un vino più robusto con sapori più agrumati.
Ma è arrivato il momento di passare ai tipici vini rossi della Napa Valley con il Syrah Clarke Vineyard che ho trovato molto bilanciato con sentori di ciliegia e di vaniglia.
Vuoi sapere dove ho bevuto il miglior Dolcetto? Proprio nella Napa Valley, Da Hill Family Estate. La proprietà ha una particolare predilizione per il Dolcetto e fa bene a portarlo avanti perché il risultato è davvero ottimo.
Proseguiamo alzando ancora l’asticella con sentori più decisi grazie al Petit Verdot del 2019 che ricorda ciliegia e cioccolato fondente. Infine, a chiudere The Red Door, elegante, corposo, con note di prugna e caramello.
Napa Valley, terra d’eccellenza da scoprire
La nostra permamenza nella Napa Valley è stata di soli due giorni con altrettante cantine visitate, scelte per scoprire due realtà molto diverse tra di loro come quella storia di Robert Mondavi e quella più giovane, ma altrettanto attenta alla qualità e alle politiche sostenibili di Hill Family Estate. In realtà le realtà vitinicole sul territorio sono numerosissime, percorrendo la strada principale di Yountivlle sono tantissime le tasting room dove puoi fermarti ed assaporare un calice, immerso nel clima e nei panorami del Nord California.