Una biopasseggiata, un’attività di beach cleaning ed una lezione di yoga al tramonto sulla spiaggia. Cos’hanno in comune queste attività? La tutela del mare, attività di cui si occupa l’Onlus Worldrise e promossa da Ariston. E forse questo può sembrare di meno immediata comprensione. Perché un brand, conosciuto a livello mondiale per la produzione di caldaie, dovrebbe curarsi della protezione degli oceani? La risposta sta nel comune minimo denominatore: l’acqua. Quest’elemento, infatti, è alla base delle caldaie a condensazione e pompe di calore Ariston che possiamo installare nelle nostre case. Ed è proprio dall’ambiente domestico che devono partire azioni virtuose che contribuiscono alla tutela del mare. Sono stata a Santa Teresa di Gallura per scoprire AMPlification, il progetto che vede collaborare (di nuovo) Worldrise e Ariston e ti racconto tutto in questo articolo.
L’acqua, il cosiddetto “Oro blu”
Hai mai sentito definire l’acqua “oro blu”? E ti sei mai chiesto perché? Perché è un bene preziosissimo. Infatti, fornisce il 50% dell’ossigeno che respiriamo ed assorbe circa il 25% della CO2 in eccesso. In pratica, è a tutti gli effetti un polmone del nostro Pianeta. Non solo: l’acqua regola il clima ed è fondamentale per la biodiversità. Il Mediterraneo, infatti, è super ricco in quanto è abitato da ben oltre 17.000 specie, ma è anche sovrasfruttato. Per fortuna, abbiamo un grande alleato nell’attività di tutela del mare: la natura stessa che ha una grandissima capacità rigenerativa. Ma ovviamente dobbiamo lasciarle lo spazio per farlo ed ecco perché le cosiddette AMP, vale a dire le Aree Marine Protette (da cui prende il nome il progetto AMPlification). Ne sono un esempio le Aree Marine Protette di Capo Testa – Punta Falcone, dove sono stata per documentare questo progetto, ma anche Bergeggi in Liguria, e la Costa del Piceno, nelle Marche, avviata a diventare presto un’AMP.
Un progetto per la tutela del mare e della biodiversità
Parlavamo qualche riga fa di ben 17mila specie che popolano il Mediterraneo. Certo, ma vanno protette ed anche conosciute e riconosciute. Infatti, se ci pensi, conosciamo ancora pochissimo dei nostri oceani. Pensa che abbiamo più mappe dettagliate della Luna e di Marte che dei fondali del nostro Pianeta che sono stati mappati solo per il 20%. Conoscerli significa anche riconoscerli. Durante una biopasseggiata condotta da Stefano Pedone, biologo marino, e Mariasole Bianco, Presidente di Worldrise, sulla spiaggia Rena Bianca abbiamo trovato tantissimi resti di specie viventi. Sono delle tracce che il mare lascia continuamente e grazie ai quali possiamo definire il mare un museo a cielo aperto. Un museo capriccioso, se vogliamo, perché comunque è soggetto a mille condizioni, anche atmosferiche. Ecco perché la tutela della biodiversità è un tema così strettamente correlato alla tutela del mare. Per fare un esempio, durante questa passeggiata con vista sulle meravigliose acqua della Sardegna, abbiamo trovato la Posidonia, resti di spugne marine, rizomi e ovature di Murice. E pensa, la sottoscritta è stata così fortunata da trovare un’alga corallina.
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L’inquinamento da plastica: una delle minacce più pericolose
Negli ultimi anni ci siamo sentiti dire spesso che la plastica sta mettendo a rischio i nostri mari, tutte le specie che li abitano e, in realtà, anche la nostra stessa salute. Sapevi, infatti, che secondo alcuni studi condotti dalle università di Vienna e Amsterdam ogni settimana ingeriamo circa 5 grammi di plastica, vale a dire l’equivalente di una carta di credito? Questo perché i pesci mangiano la plastica che è presente nel mare. E pensa: il 95% della plastica dopo 5 mesi affonda. Quindi, in realtà, quello che vediamo è solo la punta dell’iceberg.
La spiaggia Rena Bianca a Santa Teresa di Gallura, ad un primo sguardo, sembra pulitissima. Confesso che quando mi è stato proposta l’attività di beach cleaning, temevo che non avremmo raggiunto grandi risultati. Tutt’altro. Ho dovuto constatare, mio malgrado, di avere torto. In un’ora circa di attività di pulizia della spiaggia, è stato sufficiente guardare la spiaggia con un occhio solo un filo più critico per notare una quantità infinita di mozziconi di sigarette, pezzi di plastica, bottiglie di vetro, scatolette di tonno, stoviglie di plastica. Segni tangibili di inciviltà e di incuria che vanno contrastati per la tutela del mare.
Yoga in spiaggia per riconnettersi con il mare
Se la biopasseggiata e la pulizia della spiaggia sono due attività che è stato più facile ricondurre mentalmente alla tutela del mare, forse la lezione di yoga non sembra così legata al tema. E invece lo è. Perché è solo ritrovando la nostra naturale connessione con il mare che possiamo comprendere quanto sia importante proteggerlo. Io sono una di quelle sportive che ha perennemente bisogno di scandire l’allenamento con una bella playlist a ritmo sostenuto, per motivarmi e darmi la giusta carica. Ma ti garantisco che le onde che si infrangevano placidamente lungo la spiaggia Rena Bianca era la migliore musica possibile per distaccarsi da tutto e concentrarsi esclusivamente sul proprio corpo sulla spiaggia. Si è trattata di un’esperienze che effettivamente ha instaurato un legame tra me, il mare, il mio respiro e le mie sensazioni.
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Come la tutela del mare può partire da casa
Ora che abbiamo preso coscienza di quanto il mare è una risorsa per tutti noi e quanto necessiti di essere protetto, dobbiamo fare il passo successivo: l’azione. Ancora prima di pensare a quello che possiamo fare quando siamo in villeggiatura al mare, facendo attenzione a non inquinare e anche, più attivamente, a pulire volontariamente le spiagge, c’è altro che possiamo fare tutti i giorni. Anche perché le Aree Marine Protette oggettivamente coprono una parte molto piccola del nostro Paese, quindi diventa difficile intervenire lì quotidianamente. Ma in realtà, per Ariston, le nostre case rappresentano un microcosmo in cui le piccole scelte di ogni giorno, se sommate tutte insieme, portano a grandi risultati per la tutela del mare e della biodiversità.
Infatti, sapevi che il riscaldamento domestico è responsabile di oltre il 40% delle emissioni di CO2 in natura? Ecco perché è fondamentale trovare un modo più sostenibile per riscaldarsi abbattendo questa percentuale. Per questo motivo, Ariston ha deciso di proseguire, anche quest’anno, il proprio percorso di salvaguardia del Pianeta e tutela degli Oceani al fianco di Worldrise. L’azienda oggi è in prima linea per la realizzazione di prodotti che contribuiscano alla transizione energetica con una gamma di prodotti che limitano l’emissione di CO2. Sono la risposta concreta a questo progetto la nuova gamma di pompe di calore Nimbus NET R32 con gas refrigerante R32 che, con le sue minori emissioni di CO2, garantisce efficienza energetica, riducendo al minimo l’impatto ambientale necessitando di un minor quantitativo di gas rispetto ad altri refrigeranti. Così come la gamma di caldaie a condensazione One+ NET già compatibile con le miscele al 20% di idrogeno, la soluzione ideale per ridurre l’impatto del riscaldamento domestico. Ecco svelato, quindi, il fil rouge dell’impegno che vede a braccetto Ariston e Worldrise: scelte più consapevoli nella vita di tutti i giorni a casa per la tutela del mare. E quale posto migliore della Sardegna, con le sue acque cristalline, per raccontarlo al meglio?