Correva il novembre dell’anno scorso quando MV Agusta e PIERER Mobility AG hanno stretto una collaborazione a livello strategico: da quel momento, KTM – sussidiaria di PIERER Mobility – supporta MV Agusta nell’ambito supply chain subentrando nella gestione degli acquisti. Non solo, anche la distribuzione delle stesse moto MV avverrà sfruttando la rete commerciale mondiale di PIERER Mobility. Insomma, un grande cambiamento per l’azienda di Schiranna che quest’anno ha cambiato pelle, senza mai tradire il suo DNA originale, vale a dire quello di un brand che garantisce una qualità manifatturiera artigianale combinata a design, prestazioni e tecnologia. Sono stato proprio sul Lago di Varese per scoprire un po’ più da vicino questa trasformazione e ovviamente per un test drive. Potevo entrare nel cuore pulsante di MV Agusta senza salire in sella?
La trasformazione di MV Agusta passa anche dai concessionari
Il 2023 ha visto anche una profonda trasformazione della rete dei concessionari, in sinergia con KTM. Infatti, se alla fine dell’anno scorso la rete contava circa 250 concessionari, ora il novero è di circa 150. Questo perché all’inizio di quest’anno tutti i contratti con i vecchi concessionari sono stati annullati per dare il via ad una rete di dealer già formati, qualificati e con parametri che soddisfano gli standard MV Agusta. Questo permette all’azienda di essere più sicura della qualità dei concessionari che devono scaricare a terra la forza produttiva della fabbrica. Entro fine 2023, il marchio conta di arrivare a circa 200 concessionari, sempre di alta qualità, su cui si può fare affidamento. E poi, entro marzo 2024, saranno tra i 220 e i 230.
Leggi anche “MV Agusta Dragster 800 RC SCS: la limited edition piccola e cattiva”
Obiettivo? 15mila moto l’anno
Quest’anno Emmevi produrrà (e consegnerà) circa 7.000 moto, il che rappresenta già di per sé un record. Nel 2024, invece, le unità passeranno ad un numero tra 8.000 e 9.000. Nel 2025 si inizierà a superare le 10.000, forse raggiungendo le 11.000/12.000. Ma il vero target è di 15mila moto MV Agusta prodotte ogni anno e, per raggiungerlo, è in atto una modifica dell’impianto di produzione. E chiaramente, per arrivare a quest’obiettivo è necessario investire anche sulla mano d’opera. Ecco, infatti, che MV ha previsto di passare dagli attuali 200 dipendenti a 300.
Anche la sede MV Agusta di Schiranna sarà oggetto di investimenti
Qui apriamo un capitolo che prevede una strategia di lungo periodo che investe l’immagine dell’azienda. La ristrutturazione dell’headquarter fa parte dello sviluppo di MV Agusta per integrarla nella comunità e garantire che turisti, fan, visitatori, bambini, studenti, insomma proprio tutti vengano a vedere cosa fa l’azienda. E poi, come ti dicevo all’inizio di questo articolo, per MV è importante che tradizione ed innovazione vadano sempre a braccetto. Quindi per quanto stiamo parlando di un’azienda con una produzione che è un fiore all’occhiello dell’artigianalità Made in Italy, questa ristrutturazione permetterà di modernizzare anche come vengono prodotte e presentate le moto MV Agusta. La ristrutturazione avverrà per fasi: la prima vedrà la luce a dicembre, con l’edificio amministrativo e poi il museo. Anche la fabbrica verrà rinnovata fino poi a raggiungere nei prossimi tre o quattro anni una completa modernizzazione delle strutture di Schiranna.
Dal test ride delle moto al concetto di stile per MV Agusta
Come ti dicevo, durante la mia visita a Schiranna ho avuto modo di provare non una, non due, bensì tre moto MV Agusta e nello specifico: la Superveloce, la Dragster R e la Turismo Veloce R. Inutile dire che, come sempre, l’esperienza è stata elettrizzante e devi sapere che ha preceduto l’incontro con Timur Sardarov, CEO, Presidente e Proprietario di MV Agusta. Dopo aver parlato dei prossimi progetti del marchio non ho mancato di sottoporre anche a lui la domanda che facciamo a tutti quelli che intervistiamo per AB Style Magazine, vale a dire “Cos’è per te lo stile?”. Ebbene, Timur ha dichiarato che “MV Agusta ha un approccio molto unico allo stile. Il processo di creazione delle moto parte dai designer a cui non imponiamo limiti, a differenza di altre aziende. Quindi direi che la maggior parte delle volte il design nasce dagli ingegneri e dall’industrializzazione. Si tratta di una questione economica, perché alcune parti del design possono costare “x” o possono costare “x” moltiplicato per tre. MV Agusta è diversa. Noi siamo orientati al design fin dal principio del processo produttivo. I nostri designer ci dicono a cosa stanno lavorando e poi tutti gli altri devono adeguarsi. In sostanza, sono loro a guidare il prodotto, non le ragioni economiche e neanche gli ingegneri che dicono che non possiamo fare così a causa del raffreddamento o a causa della complessità dell’industrializzazione di questo specifico design. MV Agusta era molto orientata al design durante la gestione precedente, senza neanche capire le complessità della meccanica e le difficoltà che i fornitori di queste parti, che avevano progettato, stavano affrontando. Negli ultimi quattro anni, abbiamo ripulito e reso molto più ragionevole il processo, ma siamo comunque guidati dallo stile e dal design, ed è un aspetto unico di MV Agusta”.