Tipicamente quando pensiamo a Venezia, subito in mente ci sovvengono le immagini di canali, di barche, di gondole e gondolieri. Pensiamo alle tradizioni e alla storia che si celano nelle calli, così come ai numerosi ponti che ci permettono di attraversare la città. Insomma, è consuetudine lasciarsi andare al romanticismo che una città come Venezia è in grado di sprigionare in ogni suo angolo e che l’ha resa così affascinante agli occhi di tutto il mondo. Eppure c’è un’altra faccia della medaglia, un’altra storia da raccontare: vale a dire la Venezia dei vigneti e dei wine tour. Ci pensa il Consorzio dei Vini di Venezia a valorizzare i vini veneti e ha reso disponibili per tutti tre percorsi dedicati al vino fruibili navigando dal sito del Consorzio. Io ho potuto prendervi parte e ti racconto in questo articolo – e nel video qui sotto – tutto quello che puoi vedere.
Vini veneti con il Consorzio Vini Venezia – Tour Culture e Tratte D’Oriente
Procediamo con ordine. Il primo di questi percorsi enogastronomici si chiama Culture e Tratte D’Oriente. Come già il nome lascia intuire, questo tour ti permette non solo di scoprire l’importanza dei traffici con il Medio Oriente, ma anche come quella cultura abbia profondamente contaminato (in senso buono ovviamente) quella veneziana. Tanto dal punto di vista dell’architettura, ma soprattutto per quanto riguarda la cultura culinaria.
Il percorso parte dalla stazione di Venezia Santa Lucia vicino Piazzale Roma e ti porterà a scoprire il più antico ghetto ebraico d’Europa. Gli ebrei, infatti, sono stati tra le prime comunità a popolare questo territorio, quindi in questa zona potrai vedrete i loro negozi tipici, così come le loro sinagoghe ed edifici. La particolarità di questo percorso è che include un tour tra i bacari, vale a dire le tipiche osterie veneziane dove puoi assaggiare i famosi cicchetti accompagnati, ovviamente da un vino veneto tipico. Con il Consorzio dei Vini di Venezia, ad esempio, io ho assaggiato un ottimo Pinot Grigio Venezia Doc Le Carline accompagnato ovviamente da un cicchetto a base di pesce. Questo tour dei bacari dedicato alla cultura d’Oriente non può non includere anche le famose sarde in saor.
Riprendendo il tour, arriverai alla Scuola Grande di Venezia che ora è un ospedale, ormai sul far del tramonto. Un’atmosfera magica e romantica ti accompagnerà anche a scoprire la super instagrammata Libreria Acqua Alta.
Gita in barca all’Isola di Torcello
Durante la mia tre giorni a Venezia dedicata ai vini veneti, ho anche potuto fare una meravigliosa gita in barca. Esperienza che ti consiglio perché ti permette di guardare Venezia con occhi diversi e da una prospettiva sicuramente più suggestiva. Ammirare Piazza San Marco direttamente dal canale è tutta un’altra cosa! Così come passare placidamente sotto il Ponte di Rialto e lasciarsi incantare dalla sua bellezza. Per poi passare a un passo un po’ più adrenalinico che ti permetterà di lasciarti la Laguna di Venezia alle tue spalle, lasciarti andare tra il vento e qualche spruzzo d’acqua per arrivare all’Isola di Torcello.
Si tratta di un’isola storica, ora quasi disabitata ma che intorno al periodo che va dal settimo al decimo secolo ha vissuto anni intensi di ricchezza. Il commercio era florido, in quel periodo iniziano a essere coltivati i primi uliveti. Ecco perché anche l’Isola di Torcello è importante nella storia dei vini veneti. Torcello faceva parte della politica di espansione bizantina, ospitava un importante centro di lavorazione della lana e nel suo massimo splendore contava qualche decina di migliaia di abitanti. Ma la zona è diventata col tempo sempre più paludosa e malsana ed è andata incontro ad un inevitabile declino, tanto che ora i residenti sono poche decine. Ma vive sicuramente di turismo grazie al suo fascino.
Il viale centrale, infatti, è costeggiato da un rio e da qualche locanda. Vedrai il famoso ponte del diavolo, protagonista di un’antica leggenda. La storia vede protagonista una ragazza che s’innamorò di un ufficiale austriaco durante la loro invasione. Il loro amore ovviamente non godeva dell’approvazione della famiglia della ragazza che uccise il suo amato. Lei, disperata, si rivolse ad una maga che la convocò a Torcello dove convocò il diavolo. Lui fece tornare in vita il ragazzo, ma in cambio volle che la strega gli portasse per sette anni la notte della viglia di Natale l’anima di sette bambini morti prematuramente. Però la strega morì e si narra che tutt’ora la notte della vigilia di Natale, il diavolo si aggiri per il ponte aspettando le anime dei bambini.
Villa Baslini e il vigneto sperimentale del Consorzio Vini Venezia
Ma torniamo ai vini veneti tipici e, soprattutto, passiamo a qualcosa di meno macabro. Ho poi visitato Villa Baslini, un meraviglioso edificio con un rigoglioso giardino che nasconde un vigneto sperimentale presentato dal Consorzio Vini Venezia. Non è comune trovare un vigneto di questo tipo in zona, anche a livello di sviluppo metrico, parliamo infatti di circa 2.000 metri di vigneto con varietà che sono le più disparate. Diversi tipi di Malvasia (di candia, istriana, aromatica), il raboso Piave, il vino che veniva traportato per la maggiore dai veneziani perché grazie alla sua acidità e tannicità riusciva a non deperirsi facilmente. Troviamo anche l’uva marzemina. Lo sviluppo di questo vigneto, tra l’altro, vede il coinvolgimento sia dell’Università di Padova, sia quella di Milano con un progetto di ricerca iniziato nel 2007 ed il vigneto è stato piantumato circa nel 2010.
Una visita a Torcello non può non prevedere anche un passaggio alla cattedrale di Santa Maria Assunta eretta nel 639. Maestosa, unisce fede ed arte, soprattutto con il grande mosaico che racconta il giudizio universale. Vorrei potervelo mostrare ma, ahimè, in Chiesa non è possibile né scattare fotografie, né girare video. Infine, ti consiglio una pausa culinaria a Torcello presso l’osteria Al Ponte del Diavolo. Io lì ho potuto degustare un ottimo Manzoni Bianco DOC dell’azienda agricola Rechsteiner, pesce e prodotti locali, così come un Verduzzo Passito Bosco del Merlo, un verduzzo trevigiano che ha accompagnato il dessert.
Vini veneti – Il tour “artistico”
E’ arrivato il momento del secondo Wine Tour proposto dal Consorzio dei Vini di Venezia, dal nome “De Arti, de vin e atre meravegie”. Lo consiglio in particolar modo agli amanti dell’arte perché permette di passare proprio dal cosiddetto distretto artistico. Ma ciò che mi ha affascinata più di tutti è stata la visita all’unico squero ancora attivo di Venezia, lo Squero San Gervaso che risale al 1600.
E se ti stai chiedendo cos’è uno squero, ebbene sappi che è il cantiere dove storicamente venivano e vengono tuttora riparate e costruite le tipiche gondole veneziane. Una delle sue caratteristiche è il pavimento a scalo per mettere in acqua le barche a mano, così come le case in legno che ospitano gli squeri. Con il suono dei gabbiani che solcano la laguna, potrai gustare ovviamente anche qui qualche cicchetto. La mia degustazione è stata accompagnata da un Pinot Grigio Ramato di Villa Bogdano e da un Sauvignon DOC Mazzolada. Ed è stato così che questa lunga ed interessante seconda giornata veneziana è giunta al termine.
I seminari di degustazione dei vini veneti – Il Malanotte e il Lison
La tre giorni veneziana dedicata ai vini veneti si è conclusa con la visita al convento dei carmelitani di Venezia, proprio dietro la stazione. Questo convento nasconde un orto/giardino dove i frati coltivano tantissime erbe aromatiche e officinali, fiori, frutti, un vigneto sperimentale e la loro famosa melissa con cui realizzano diversi prodotti. Forse non tutti sanno che il termine Carmelo, da cui deriva anche la nomenclatura dei frati carmelitani significa proprio vigna di Dio. Come vedete, torniamo sempre a parlare di vini! Non per niente, anche qui troviamo un vigneto sperimentale oggetto dell’attenzione e della tutela del Consorzio dei Vini di Venezia.
Questa visita ha incluso anche due seminari di degustazione che facevano parte dell’evento Feel Venice. La prima degustazione era dedicata al Malanotte DOCG, la seconda al Lison DOCG. Fino al 2010 il Lison era conosciuto con la denominazione di Tocai e ho potuto degustare una serie di Lison classici e non. Per quanto riguarda invece il Malanotte devi sapere che può essere prodotto solo da uve raboso. La denominazione Malanotte DOCG nasce nel 2010, ma la prima annata in produzione risulta essere quella del 2008.
Vini veneti, tutti i segreti della storia enologica di Venezia
In definitiva, possiamo dire che questi tre giorni a Venezia mi hanno aperto gli occhi sulla storia dei vini veneti e sull’impegno del Consorzio Vini Venezia. La dedizione profusa dai viticoltori, associati ed enologi permette al territorio di regalare a tutti i wine lover una grande varietà di vini tipici di Venezia e dintorni. Tra vini bianchi tipici del Veneto, così come i rossi, c’è solo l’imbarazzo della scelta per accompagnare pesce, carne e ovviamente i cicchetti veneziani.